Situazione attuale

Attualmente l’industria AEC adotta un vecchio modello per progettare e gestire i progetti. La produttività e l’efficienza non sono migliorate negli ultimi decenni.

[Paul Teicholz, in “La produttività del lavoro diminuisce nell’industria delle costruzioni: Cause e rimedi – Un altro sguardo, AECbytes Viewpoint #67,14 marzo 2013]

A differenza degli altri settori industriali, l’industria delle costruzioni realizza prodotti unici, costruiti da soggetti diversi, in posti diversi, con condizioni climatiche e normative diverse. Potremmo dire che è un’industria di prototipi.

Vi sono quindi fattori strutturanti che rendono difficile il processo di ottimizzazione della conoscenza nel processo produttivo. L’impiego di metodi intensivi, di capitale innovativi potrebbe non funzionare su progetti futuri, sottoposti alla estrema variabilità della domanda. Vi è la necessità di approcci accessibili che riducono al minimo il rischio invece che la ricerca della soluzione più efficiente per il caso particolare. Questa caratteristica base comporta anche forti resistenze al cambiamento, perché i benefici del cambiamento non possono essere realizzati nelle fasi prototipali, e richiedono più applicazioni nel tempo per ottenere un ritorno dall’investimento necessario per il cambiamento.

Il sistema di approvvigionamento delle costruzioni, la sua filiera, è basata sulla competitività invece che sulla collaborazione. Vi è spesso una mancanza di integrazione tra progettazione e costruzione, e scarsa collaborazione tra i membri dei diversi attori della filiera che operano sul cantiere (squadre specializzate in subappalto).

Errori, omissioni e modifiche sono spesso presenti, anche perché i subappaltatori beneficiano proprio di varianti ed errori.

L’errore è una variabile rilevante nel modello di redditività del settore, e la complessità lo rende possibile.

Il settore delle costruzioni fa un cattivo utilizzo dei dati, che sono basati in gran parte su documenti cartacei prodotti da un team progettuale molto frammentato. Il settore delle costruzioni è caratterizzato dall’uso di documenti cartacei prodotti da architetti e designer che lavorano in modo indipendente e non sono in grado di prevedere i molti problemi di un progetto che emergono nella fase della costruzione; questo porta a forti difficoltà nell’attività di coordinamento e gestione del lavoro.

Ci sono significativi costi aggiuntivi da affrontare per risolvere i problemi dovuti alle informazioni non congruenti che derivano da piani progettuali indipendenti, e che si traducono in errori, omissioni, lavoro extra, reclami nella fase di cantiere.

Il mercato delle costruzioni è caratterizzato da forti ciclicità, sia nel micro che nel macro. Le ciclicità sono sia generali, nel senso delle fasi cicliche del mercato sia puntuali per la singola impresa, che è condizionata dalle dimensioni dei lavori che è in grado di acquisire. Questa forte ciclicità tende a tenere con il freno a mano tirato gli investimenti in beni strumentali e nella prefabbricazione, dato che questi investimenti non potrebbero essere utilizzati nel corso di una fase ciclica recessiva.

Questo carattere rafforza l’utilizzo di metodi produttivi basati su una alta intensità di lavoro, che per sua natura, nelle costruzioni è flessibile: per migliorare le performance produttive il settore tende a ridurre la formazione della forza lavoro e a impiegare la manodopera più economica disponibile.

Ma vi sono almeno altri due aspetti che rendono il settore delle costruzioni un settore caratterizzato da bassa produttività sui quali è necessario riflettere. Il primo sta nel fatto che è un settore caratterizzato da molte microimprese che svolgono una percentuale significativa del lavoro. Il settore delle costruzioni è caratterizzato in tutti i paesi, per la natura stessa del suo mercato, da un gran numero di piccole imprese e da un numero relativamente piccolo di grandi imprese (che possono essere anche molto grandi). Anche negli Stati Uniti: nel 2007, circa il 62 per cento delle imprese aveva 5 o meno di 5 dipendenti e generava circa il 10% del volume d’affari.

Le imprese con meno di 49 dipendenti, rappresentavano il 96,7% delle imprese di costruzioni americane, e il 51% del fatturato. Il restante 3,3% delle imprese copriva il 49% del mercato. In Italia le imprese iscritte alle Camere di Commercio a ottobre 2015 sono 774.000 di cui 532.000 artigiane. Le imprese più piccole (molte con un solo dipendente) hanno difficoltà ad adattarsi ai metodi intensivi di capitale, anche perché non hanno la capacità economico-finanziaria- culturale per fare gli investimenti necessari. Inoltre, vi è un notevole turnover tra le imprese di piccola dimensione e questo rende più difficile l’implementazione di innovazione.

Proposta

La proposta è l’adozione dello Standard Open BIM: un nuovo approccio che utilizza un formato standard internazionale aperto denominato IFC (Industry Foundation Classes) che permette la cooperazione tra professionisti. Open BIM è un progetto sviluppato dall’associazione buildingSMART che coinvolge tutti i principali attori AEC.

Tutti gli attori coinvolti nel processo possono condividere il proprio lavoro anche se utilizzano software diversi.

Gli architetti creano il modello BIM dell’edificio, lo salvano in un file IFC e lo condividono con ingegneri e tecnici che aggiungono ulteriori informazioni al modello. Tutto il processo del flusso di lavoro è coordinato dal responsabile del BIM.


Condizioni per il successo

L’utilizzo e la condivisione di modelli digitali riducono i problemi in loco e durante il processo di progettazione. Alcune condizioni importanti per il successo potrebbero essere:

  • Incontri per politici, architetti, ingegneri, imprese edili per renderli consapevoli dei vantaggi di OpenBIM.
  • Disponibilità di software compatibile con OpenBIM.
  • Disponibilità di piattaforme di collaborazione digitale BIM.
  • Diffusione dei risultati raggiunti nei progetti realizzati con la metodologia BIM

Una prova che funziona e che già esiste

Un esempio di buon uso di Open BIM è il progetto del ponte Navetta a Parma (Italia). È stato il primo contratto pubblico digitale del Ministro delle Infrastrutture italiano. L’Open BIM è stato ampiamente utilizzato e i risultati sono stati straordinari. Il modello 3D è stato sviluppato utilizzando software legacy, ma i dati sono stati scambiati utilizzando il formato IFC.

OPEN BIM